Non è ragionevole che su un territorio del genere ci sia una tale densità abitativa, ma ora non possiamo che prenderne atto a regolarci di conseguenza”. A dirlo è Roberto Isaia, vulcanologo senior dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv, in occasione di un’escursione guidata dei Campi Flegrei, nata nell’ambito di un convegno sulla pericolosità sismica in aree vulcaniche e sulla più recenti tecnologie di monitoraggio a analisi. Il convengo ha riunito ad Ischia 40 scienziati da tutto il mondo, tra sismologi ed esperti di geofisica applicata ai vulcani di fama internazionale. Ed è anche nell’ottica di approfondire sul campo la comprensione dei processi geologici e vulcanici in un ambiente straordinario e dinamico, che è stata programmata un’escursione guidata dei Campi Flegrei, coordinata da Isaia, caduta in una fase di massima attenzione sull’area a causa dell’aumento continuo dello sciame sismico, sia per frequenza che per intensità. Intanto sono circa 50 i milioni di euro che il governo Meloni ha messo sul piatto con il cosiddetto “decreto Campi Flegrei”, con il quale si è messo a punto un piano strutturato in quattro punti.
Uno studio di microzonazione sismica; un’analisi della vulnerabilità sismica dell’edilizia privata; un’analisi della vulnerabilità sismica dell’edilizia pubblica; un programma di implementazione del monitoraggio sismico e delle strutture. Che un’attenzione particolare vada rivolta alle strutture, sia di edilizia pubblica che privata, ne è convinto anche il Isaia. Siamo nel pieno di una crisi bradisismica, con la deformazione del suolo che continua con una velocità costante – spiega – sappiamo che dura dal 2005 e nell’ultimo periodo ha avuto un incremento. Il perdurare della crisi può sicuramene avere effetti sulle infrastrutture ed chiaro quindi che vanno monitorate. Così come è importante rendere le persone coscienti del fenomeno in atto, di quello che potrebbe accadere trovandosi su una caldera attiva.