CORRUZIONE A PROCIDA, L’INDAGINE NON E’ FINITA

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PROCIDA – L’indagine che si è abbattuta come un vero e proprio “tsumani” sull’isola di Procida, relativa ad ipotesi di corruzione ed altro e che ha portato all’emissione di due misure cautelari agli arresti domiciliari (per Giuseppe Trotta e Maria Grazia Costagliola di Polidoro) ed un obbligo di dimora ad Avellino (per Ciro Coppola, gestore dello stabilimento balneare Paco Beach) ed all’iscrizione nel registro degli indagati di ben ventitré persone coinvolte a vario titolo nell’indagine condotta dai Carabinieri sotto la supervisione della Procura della Repubblica di Napoli – secondo alcune attendibilissime indiscrezioni non si sarebbe affatto conclusa. Nonostante i provvedimenti firmati dal gip ed eseguiti lo scorso 22 gennaio, infatti, l’inchiesta su tutto quanto ruota attorno ad un sistema poco “chiaro” sull’isola di Arturo contiene anche una vasta appendice, che non rientra nell’ordinanza che ha causato il terremoto di cui abbiamo appena parlato. Le cose starebbero più o meno in questa maniera, anche se il condizionale è d’obbligo perché per ovvi motivi negli ambienti giudiziari le bocche sono tassativamente cucite. L’attività investigativa degli inquirenti infatti non si sarebbe fermata cronologicamente alla data in cui il provvedimento del gip racchiude i fatti così come si sono succeduti, ma avrebbe avuto una sorta di “appendice” a cavallo tra la seconda metà dell’anno solare 2014 a gran parte del 2015. Il che significa che ci sono ancora elementi, riscontri, intercettazioni telefoniche ed ambientali e magari chissà cos’altro a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Tra l’altro l’orientamento della Procura, inizialmente, sarebbe stato quello di accorpare tutte le risultanze dell’attività investigativa in un unico filone di indagine ma a quanto pare è maturata la convinzione che i tempi avrebbero potuto essere troppo lunghi e dilatarsi, correndo così per il rischio che per alcuni indagati si andasse inevitabilmente verso la prescrizione soprattutto per quanto riguarda i capi di imputazioni relativi a fatti più datati rispetto quelli magari più recenti. Questo, ovviamente, non può che avere una sola conclusione: se l’operazione Final Berth, ossia “Sbarco Finale”, si è chiusa lo scorso 22 grnnaio, non è assolutamente da escludere – anzi è altamente probabile – che le forze dell’ordine prima o poi potrebbero nuovamente “sbarcare” sull’isola di Arturo, e sempre con qualche “sfogliatella” che potrebbe rivelarsi indigesta per i destinatari. E’ chiaro che restano tutti i dubbi ed i misteri del caso, che per ovvi motivi sono destinati a rimanere tali: c’è sempre il colonnello Giuseppe Trotta come “vertice” di questa indagine? Non è da escludere, anche perché se si guarda con attenzione l’ordinanza e si analizzano anche le note ufficiali diffuse dalla Procura della Repubblica, si intuisce chiaramente come tutti gli accadimenti ruotino attorno alla figura del colonnello ed ormai ex comandante della polizia municipale, che per ovvi motivi (e secondo quanto prescritto dalla legge) nel frattempo è stato sospeso dall’incarico dal sindaco Dino Ambrosino, che ha affidato la reggenza della polizia municipale alla segretaria comunale dott.ssa Livia Letizia. Poi, se si tratta di capire quali possano essere i “campi” di interesse della nuova inchiesta, beh prenderci vorrebbe dire azzeccare un terno al lotto. Certo, in un recente passato non sono mancate chiacchiere ed anche attività delle forze dell’ordine su alcune RESA da eseguire così come anche sul settore della Nettezza Urbana e dell’area di conferimento, ma siccome siamo nel campo delle ipotesi è meglio mettere una brusca frenata e non addentrarsi oltre.

Nell’attesa di capire quali e quante sorprese il caso Trotta potrà ancora riservare a Procida ed ai procidani (e sarebbero sorprese non certo gradite…), non si può fare a meno di sottolineare il clima di alta tensione che regna sull’isola e soprattutto nelle stanze dei bottoni. Così succede che i carabinieri della Compagnia di Ischia e quelli della locale Stazione vanno in “visita” al municipio ed acquisiscano una serie di atti in municipio, quanto basta per far venire il mal di testa a tanti e riproporre mille interrogativi e non solo. Come se non bastasse, pare che diversi rappresentanti del comando di polizia municipale siano assenti dal lavoro, tra chi si è messo in malattia e chi potrebbe averne approfittato per chiedere un periodo di ferie. Troppo facile capire il perché, presumibilmente in una realtà davvero circoscritta territorialmente e ad altissima densità abitativa, in questo momento i “pizzardoni” che possono permetterselo preferiscono rimanere lontano dai riflettori. Perché la cittadinanza, specialmente dopo la divulgazione di una serie di intercettazioni dal contenuto inequivocabile (e quelle, ad esempio, sui diritti di segreteria del Regno di Nettuno proprio non lasciano adito – purtroppo – a perplessità alcuna), non ha preso bene questa vicenda che ha gettato fango e discredito su un’isola fantastica e sui suoi tanti cittadini ospitali ed onesti. E questo al netto di qualche esternazione virtuale, via social, dove si vuol far credere altro. La realtà è ben diversa, e presto potrebbe essere anche peggiore…