DECRETO ILLEGITTIMO, I VIGILI DI PROCIDA RISPONDONO ALLA CISL FP

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E’ ben lontana dal concludersi la vertenza tra alcuni operatori di polizia municipale e il sindaco di Procida. La vicenza è ormai nota. Due mesi fa venne protocollato al Comune di Procida un atto di rimostranza contro la delibera di giunta municipale n. 216/18 e il decreto sindacale n. 40/18. Con quegli atti, alcuni vigili avevano contestato la legittimità del provvedimento col quale il sindaco avrebbe sconfessato le normative in vigore e avrebbe provveduto “in modo arbitrario e con proprio decreto ad assegnare compiti, funzioni, mansioni superiori e indennità al vigile urbano Cerase Michele senza il rispetto dei diritti soggettivi e gli interessi legittimi di tutti gli altri operatori, ivi compreso il maresciallo maggiore Ignaro Domenico”. L’iniziativa non fu isolata, perché un mese dopo i vigili inviarono una diffida “per illegittima elargizione di indennità di specifiche responsabilità ex articolo 17 Ccnl 01.04.1999 a dipendenti del Comune di Procida – Decreto Sindacale n. 40 del 02.11.2018”, rivolta al Comune, ma per conoscenza anche alla Procura Generale presso la Sezione Giurisdizionale dell’Ufficio Regionale della Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, precisamente alla Sezione Reati contro la Pubblica Amministrazione.

Ulteriore sviluppo della vicenda è stata l’articolata nota che i vigili autori della rimostranza hanno protocollato in risposta alle tesi sostenute da Vincenzo Pagano, responsabile territoriale della Cisl Fp (Funzione Pubblica), confutatole totalmente. Secondo gli autori della nota, le tesi di Pagano rappresentano unicamente la difesa, definita “priva di contenuti logico-giuridici, ad atti sindacali palesemente illegittimi ed adottati al solo scopo di favorire, anche con vantaggi patrimoniali, l’agente di p.m. Cerase Michele, nominato inopinatamente vice caposezione senza il supporto dei requisiti personali (ha conseguito laurea telematica non conferente ai servizi istituzionali di polizia municipale) e professionale (vincitore di concorso per vigile urbano part time al 50%) che giustificano, a paragone degli altri operatori, tale conferimento”. Anzi, come ricordano gli agenti, la nomina è avvenuta “con la presenza in organico e in servizio di un vicecomandante di fatto, Maresciallo Maggiore categoria C5 – Ignaro Domenico, vincitore di concorso per il grado e la qualifica professionale rivestita e con esperienza trentennale sul campo”, cosa che viene definita “un assurdo giuridico-contrattuale”. Il documento sottoscritto dagli agenti procidani entra poi nelle questione più squisitamente giuridiche, rivendicando il fatto che l’atto protocollato il 20 novembre contro i citati provvedimenti di giunta e sindaco, non è un semplice “documento di tipo politico”, bensì un atto amministrativo col quale quattro operatori di polizia municipale hanno espresso il dissenso contro il comportamento antisindacale della pubblica amministrazione. Gli scriventi hanno poi spiegato in dettaglio le violazioni contestate, in quanto il sindaco può adottare atti di gestione unicamente nei comuni con popolazione inferiore a cinquemila abitanti, ma sull’isola di Arturo l’ente non è privo di dirigenti, qualifica rivestita dal Segretario Generale dagli stessi Capi sezione. Inoltre, secondo il contratto collettivo nazionale di lavoro è possibile conferire le posizioni organizzative a dipendenti di categoria C in via “temporanea ed eccezionale” solo qualora non siano in servizio dipendenti di Categoria D, e nei csi in cui, pur essendo in servizio tali dipendenti, non sia possibile attribuire agli stessi un incarico ad interim per carenza delle competenze professionali. Tutte fattispecie che non sono presenti al momento presso il Comune di Procida, dove è stato assunto come Capo Sezione il comandante Luigi Martino, col maresciallo Ignaro che quindi di diritto è vicecaposezione. In sostanza, secondo i quattro agenti, il sindaco ha riconosciuto le funzioni di vice caposezione “a un soggetto che non è neanche ufficiale di p.g. e al quale, pertanto, sono preclusi rilevanti adempimenti di legge”. Viene infine chiarito che  “l’attività costituzionale della polizia municipale “costituisce l’espletamento di una funzione, quella di Polizia, e non la prestazione di un servizio. Assolve, quindi, compiti di Polizia sia preventiva (amministrativa e di sicurezza) che repressiva (polizia giudiziaria) e di tratta di uffici destinati ad esplicare una pubblica potestà”. Citando una copiosa giurisprudenza in merito,  nel documento viene chiarito che nel Corpo di polizia municipale esiste la “subordinazione gerarchica tipicizzata ed organizzata e non è possibile sperequare ciò che spetta a chi regolarmente svolge funzioni superiori (per esempio il Maresciallo Maggiore Ignaro Domenico) e far emergere poteri inesistenti in un semplice Agente”. Insomma, secondo gli autori della contestazione, la questione non potrebbe essere più chiara di così. La vicenda è ben lontana dall’essere conclusa.