ELEZIONI INFUOCATE A LACCO, L’APPELLO DEL PARROCO: ORA ABBASSIAMO I TONI

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Ecco il messaggio che don Giloacchino Castaldi ha rivolto alla comunità di Lacco Ameno, in questo momento in cui la campagna elettorale sta decisamente alzando la tensione in paese. Un messaggio, evidentemente, indirizzato soprattutto ai due candidati a sindaco.

 

Carissimi fratelli tutti! Da ben 9 anni sono vostro parroco e vi devo confidare che mai e poi mai avrei immaginato di scrivervi facendo appello non già al vostro essere fedeli che ogni giorno con devozione accorrono nelle nostre singole chiese dislocate nel nostro territorio, ma al vostro essere cittadini responsabili e coscienziosi. In questo delicato momento, in cui tutti noi siamo preoccupati per le sorti del nostro amato Comune, sento proprio il bisogno, oltre che il dovere morale e civile, di rivolgervi queste sentite parole fino a poco tempo fa nascoste nel mio cuore. Oggi siamo immersi in una società che viaggia di fretta, che non si ferma a riflettere per qualche minuto alle conseguenze che azioni o parole scellerate possono causare. Il doloroso periodo da cui veniamo, in cui tutti noi siamo stati messi alla prova da un subdolo virus, ci doveva e ci deve indurre a riflettere sui valori più importanti che Dio ci ha donato e che sembravano smarriti nell’ora più oscura: amore, compassione, benevolenza. Ricordiamo bene che non si vive di rancore, non si spegne la fiamma dell’odio con altro odio. Nessuno di noi sarà più in grado di amare se il proprio agire genera odio.
Sento, perciò, il bisogno impellente di dirvi di restare uniti. Evitiamo evangelicamente di contrapporci, facciamo i cristiani, gente che pratica il perdono, la misericordia, la carità. Proprio la politica rappresenta la più alta forma di carità perché in lei è insito il fine a cui tutti noi tendiamo: il bene comune! Meditando sulla Parola di Dio di questa Domenica, mi sono soffermato sulle parole di S. Paolo ai Filippesi: “Fratelli,… se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello altrui.” Richiamiamo alla memoria ancora i tre verbi della gioia che il nostro amato e mai dimenticato Papa Giovanni
Paolo II lasciò in eredità a tutti gli ischitani in quel giorno di magio: “Ascolta, accogli, ama”.
Impegniamoci veramente ad essere cittadini che sanno ascoltare, un popolo pronto ad accogliere, una comunità che ama tutti in Cristo. Proprio la nostra comunità che ha accolto la Santa venuta dal mare, la più bella e splendente di tutti, è ora chiamata a mettere da parte la malevolenza e a riaffermare il proprio orgoglio in nome dell’unità, quell’unità che ho visto nei vostri occhi e toccato con mano nei giorni immediatamente successivi a quel luttuoso evento sismico del 2017. Ritorniamo, dunque, ad essere quella comunità tenace che a testa alta si è unita all’alba del terremoto e che lotta insieme in un unico battito. Cari fratelli, apriamoci all’ascolto e il nostro animo sarà ricolmo di amore. La maldicenza è un virus più infido e pericoloso del Covid: chiude il cuore di una comunità, avvelena le anime, induce a nutrirsi di veleno. Un cuore intriso di odio, favorisce aspre lotte perfino tra coloro che fino a pochi giorni fa amavano definirsi fratelli e apre ferite insanabili e perpetue. Spesso ci dimentichiamo che l’essere umano è fragile e che le parole a volte possono far più danni di qualsiasi altra arma. Occorre guardarsi dalle trappole delle infide maldicenze.
Oggi “Lacco è ferita”!. Le ferite di questa terra sono state causate anche dalla meschinità delle beghe, dalla banalità dei discorsi, dalle contrapposizioni pretestuose, mentre sarebbe necessaria una alleanza, una coralità per affrontare insieme le sfide e le lacrime amare di questi ultimi tre anni che sembrano dimenticate! Vi chiedo e Vi supplico: ABBASSIAMO I TONI CHE QUESTA CAMPAGNA ELETTORALE HA INNESCATO. Sant’Agostino diceva che la vera potenza di Dio consiste nel saper trarre il Bene dal Male. E allora basta ingiurie, offese, minacce, insulti gratuiti. Rendendo male al male non si vive bene né troppo a
lungo e soprattutto si alimenta la fiamma dell’odio che vive dell’inestinguibile fuoco del Male. Il Bene è e deve essere il Nostro possesso perenne. Facciamo che ritorni a regnare la calma, che le Nostre azioni e le Nostre parole siano contrassegnate dalla dolcezza e dal rispetto. Vi voglio e vi vorrò bene… Sempre ‼

Vostro, d. Gioacchino, parroco