Parla il fratello di Eleonora Sirabella, prima vittima ad essere ritrovata su via Santa Barbara , 31 anni, commessa in un negozio di Ischia. A Casamicciola viveva con il compagno, Salvatore Impagliazzo, ritrovato a ridosso del Gradone. Orlando Sirabella: «Un po’ me lo aspettavo. Spero solo che non accada mai più! Mai più morti come Eleonora e le altre vittime». Per Salvatore il commento crudo e lucido della sorella, Giusy Impagliazzo: «Cosi ci stanno uccidendo di nuovo! Le 12 vittime meritavano la verità». Senza appello anche il parere della Angela Senese, cognata di Nikolinka Gancheva Blangova, di nazionalità bulgara, 58 anni morta nella valanga di fango del 26 novembre 2022: «Li hanno uccisi due volte! Mattarella e Meloni intervengano»


Arriva la svolta che forse non tutti si aspettavano nel processo : chiesta l’archiviazione. Ieri mattina è stata notificata agli avvocati impegnati a difendere gli interessi delle vittime e per il comune di Casamicciola Terme costituitosi parte civile. Il pm ha chiesto al GIP che ha accetto l’archiviazione del processo a carico di ignoti per la tragica alluvione del 26 novembre 2022. Ieri i familiari delle 12 vittime innocenti di questa sciagura sono stati chiamati nuovamente al capezzale dei loro congiunti per tentare di rielaborare un lutto che no può essere rielaborato, per rinnovare il dolore estremo ed intimo saluto. C’è chi ha portato come sempre fiori e la sua presenza sul monumento eretto il loro memoria al cimitero cittadino, chi sui luoghi della morte, chi nell’intimo ha pianto solo lacrime e disperazioni. Chi ha appreso la notizia solo dopo la nostra indiscreta chiamata. Abbiamo provato a commentare la richiesta di archiviazione con i familiari, i superstiti di questo enorme dramma. A parlare è Angela Senese la cognata della 58 enne Nina Gancheva Blangova, italiana per 24 ore prima di essere strappata alla vita sulle colline del Celario quel maledetto 26 novembre e dopo essere scampata al terremoto del 21 agosto 2017.


«Apprendo da lei di questa richiesta di archiviazione.Non sapevo nulla. Quel che so dirle è che siamo totalmente in disaccordo, contrari alla decisone di archiviare e ci opporremo in tutte le sedi affinché ciò non avvenga, che non sia archiviato il Caso delle morti e della sciagura del Celario e che tutto si metta a tacere. Credo sia una ingiustizia. Questa richiesta di archiviazione li sta uccidendo due volte». Ed alla nostra richiesta di deduzioni dopo gli approfondimenti del caso sugli atti Angela dice: «Aspetto di leggere le carte. Comunque mi aspettavo che il processo andasse avanti anche se era a carico di Ignoti. Avevamo posto delle speranze nel lavoro degli inquirenti e dei periti, degli esperti». Ha dovuto affrontare un grande dolore, riconoscere il corpo martoriato di sua sorella, sostenere la famiglia devastata, Orlando Sirabella ha di certo conosciuto la crudezza di quella che per molti è solo una brutta notizia. Per lui è la distruzione di una vita. Lui che ha per primo
identificato Eleonora Sirabella, prima vittima ad essere ritrovata su via Santa Barbara , 31 anni, commessa in un negozio di Ischia. A Casamicciola viveva con il compagno, Salvatore Impagliazzo, ritrovato a ridosso del Gradoneai piedi del Celario. Oggi chiede solo che sia “mai più”. Alla nostra domanda su come ha preso la richiesta di archiviazione spiega:: «Non ne sapevo niente. Me lo ha detto lei ora al telefono. Un po’ me lo aspettavo, però, pensavo che sarebbe finita cosi – dice Orlando- Spero solo che non accada mai più! Mai più morti come Eleonora e le altre vittime. Noi non ci aspettavamo nulla e non abbiamo mai chiesto nulla. Semplicemente che queste vittime, questi sacrifici non fossero vai e che tragedie come questa, la morte di 12 persone spazzate via, non si ripetessero mai più. E’ difficile, ma bisogna provarci. Non è che oggi riviviamo quel giorno, perché c’è questa decisone, lo riviviamo e ci accompagna sempre in ogni istante. Non commento la decisione di archiviare. Sappiamo come funzionano queste cose. Le vittime ed i morti non ce li ridaranno. L’unica cosa che mi sento di dire e che pretendo è che non ci siano un’altra Eleonora, un altro Salvatore, un’altra Valentina, un altro Gianluca e tutte e 12 le vittime. Perché fare una fine così non esiste proprio- conclude con lucidità Orlando- So che non si può avere la certezza. Però, magari, evitare delle tragedie, intervenire su certe situazioni, penso che l’essere umano nel 2025 abbia tutta l’intelligenza di prendere le precauzioni affinché ciò avvenga. Noi per il resto, credo nessuno dei familiari delle 12 vittime, chiede altro. Non ci abbiamo mai pensato ad altro. In questi mesi tragici abbiamo avuto tanti drammi, ma anche la fortuna di trovare persone in grado di esserci vicine e questo, i buoni gesti ci restano. Questa decisione degli inquirenti forse non mi interessa rispetto ai gesti di queste persone che con i loro gesti abbiamo trovato sulla nostra strada».

Lucida e diretta Giusy Impagliazzo, la sorella di Salvatore, il marittimo compagno di Eleonora rinvenuto ai piedi del suo Celario: «Ci stanno uccidendo, di nuovo dicendo cosi! Le 12 vittime meritavano la verità. Mi madre sta di nuovo male dopo aver appreso la notizia dall’avvocato. Non è giusta questa archiviazione. Non ci aspettavamo niente, ma queste morti hanno dei responsabili. Chi ha fatto sparire le PEC che annunciavano il disastro! Chi ha fatto in modo che passassero sotto silenzio i server del comune bruciati con tutti gli archivi-dice Giusy con una crudezza da far male-combattiamo contro i poteri forti, i Dio danaro, noi poveri cristi lasciati da solo a piangere i nostri familiari. Noi non siamo d’accordo con questa decisone stiamo malissimo! Non è stata solo una calamità, ci sono le prove e i documenti che lo provavano. Siamo intenzionato ad impugnare la decisone, non so fino a quando può servire, ma potete dirlo che lo faremo». Un poco se lo aspettava Giusy che ha messo in campo con la sua famiglia tutti i mezzi affinché la verità venisse fuori: « abbiamo fatto di tutto perché la verità venisse fuori perché nessuno ci ridarà indietro i nostri cari. Però almeno sapere di chi è la colpa, se c’è un colpevole ed affinchè queste cose, questi morti non accadano mai più».

Angela Senese, la cognata della 58 enne Nina Gancheva Blangova, dopo le dichiarazioni di stupore ed indignazione è un fiume in piena e promette di non fermarsi solo davanti alle opposizioni e alle richieste legali avverso l’archiviazione. « Siamo pronti a rivolgerci al Capo dello Stato ed al Presidente del Consiglio se necessario!», tuona Angela che non può pensare che il sacrifico dei suoi familiari, molti i parenti tra le 12 vittime, non solo Nina, la donna divenuta italiana da sole 24 ore prima di essere strappata alla vita sulle colline del Celario quel maledetto 26 novembre e dopo essere scampata al terremoto del 21 agosto 2017. La Senese è certa. I legali sono già informati e: «Non ci fermeremo, vogliamo giustizia. Ci appelliamo al capo dello Stato Sergio Mattarella ed alla premier Giorgia Meloni perché sia fatta giustizia per i nostri cari: una tragedia così non può essere archiviata senza un perché, senza l’individuazione dei responsabili. E’ un altro oltraggio alla memoria di chi ha perso la vita…».