Parlano Salvatore e Vincenzo Mazzella fratelli di Giovanna Mazzella sterminata con tutta la sua famiglia ai piedi del Celario. La colata porto via anche suo marito Maurizio Scotto Di Minico e il suo bimbo, Giovangiuseppe, di appena 21 giorni. Salvatore era anche il compagno di Mariateresa Arcamone, l’ultima dispersa. « Abbiamo perso nostra sorella Giovanna il suo compagno nostro amico Maurizio e nostro nipote di appena 21 giorni. Abbiamo perso l’amore di Mariateresa, cugini, nipoti, persone che erano la nostra famiglia, la nostra vita. Dodici vittime, dodici nomi, dodici volti che non si possono dimenticare. E ora ci dicono che non c’è nessun colpevole, che tutto verrà archiviato. »Cosi commentano, con amarezza all’indomani della richiesta di archiviazione dei PM sul caso della Frana di Casamicciola Terme, Salvatore e Vincenzo Mazzella, familiari delle vittime di quel tragico 26 novembre di 3 anni fa. Duro il loro commento alla decisione degli inquirenti con la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Napoli per il procedimento contro ignoti per disastro e omicidio colposo avviato sulla frana di Casamicciola Terme, il disastro che con l’alluvione di Ischia, nel 2022, causò la morte di 12 persone e la catastrofe, tra cui lo sterminio della famiglia di Giovanna Mazzella, con la morte di suo Marito Maurizio Scotto Di Minico e il suo bimbo, Giovangiuseppe, di appena 21 giorni e la compagna di Salvatore Mazzella, Mariatersa Arcamone di appena 31 enne. «Siamo indignati. Siamo offesi. Siamo feriti due volte: prima dal fango, oggi dall’indifferenza.Abbiamo aspettato in silenzio, rispettando il lavoro della Procura, confidando nella giustizia. Ci era stato detto che si stavano cercando le responsabilità, che non si sarebbe lasciato nulla d’intentato. E invece, dopo anni di attesa, arriva questa richiesta di archiviazione, che ci lascia attoniti e amareggiati. È come se si volesse archiviare non un fascicolo, ma la memoria stessa delle vittime.
Un neonato di 21 giorni non può essere archiviato. Una madre, un padre, famiglie intere non possono essere ridotti a una riga su un decreto.
Questa archiviazione è inaccettabile. Non lo permetteremo. Presenteremo opposizione, ci batteremo con tutti gli strumenti che la legge ci consente. Non per vendetta, ma per rispetto. Perché la giustizia non può arrendersi davanti alla tragedia. Perché i nostri angeli meritano giustizia.
Non abbiamo mai parlato prima. Oggi siamo costretti a farlo. Oggi gridiamo perché siamo la voce di chi non può più parlare. E non ci fermeremo.».
Le parti offese a cui ieri è pervenuto l’avviso della richiesta di archiviazione, depositata davanti al gip lo scorso 30 giugno, sono complessivamente 34 ed avranno 20 giorni per controdedurre, opporsi. Il fascicolo nelle mani dei sostituti procuratori Stella Castaldo e Mario Canale.