GIAQUINTO: “PER IL REGNO DI NETTUNO STAGIONE DA INCUBO”

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Questo scorcio agostano della stagione estiva si sta caratterizzando per una serie di discussioni legate al turismo e all’uso del territorio, peraltro già fortemente antropizzato con circa 3.000 abitanti residenti per kilometro quadrato, e di come questi due aspetti possano convivere, in modo particolare nei giorni caldi dell’estate, senza far collassare l’intero sistema organizzativo sotto la spinta di un notevole flusso turistico a terra così come a mare. Da questo punto di vista Giuseppe Giaquinto di “Procida in Movimento”, che nei giorni scorsi, con il consigliere regionale dei verdi Francesco Borrelli, ha sollevato pubblicamente la questione, dice: «In questi ultimi giorni mi sono state inviate una notevole quantità di foto che testimoniano, ancora una volta, quanto le nostre baia e le nostre spiagge siano invase da natanti di ogni tipo che oltre ad arrecare un danno inestimabile al nostro ambiente marino mettono in seria difficoltà e pericolo la vita dei bagnanti.

La mia denuncia è partita all’indirizzo di coloro che dovrebbero controllare e sanzionare ma che, forse, si sono adeguati al clima di passività ed indifferenza che attanaglia la nostra isola. Così ho pensato di rivolgermi ad un senatore della Repubblica che della battaglia per la difesa delle spiagge e del mare ne ha fatto una sua bandiera. Ho scritto alla senatrice del Movimento 5 Stelle Virginia La Mura, campana come noi, laureata in oceanografia e dottore di ricerca in ambiente marino e risorse ambientali, che nel governo appena licenziato ha fatto parte della Commissione Permanente Territorio ed Ambiente. Sua è l’iniziativa “Salviamo il nostro mare e le nostre spiagge”. Una pagina a cui inviare foto e messaggi o pubblicando sui social con l’hashtag #OperazioneMareBlu le immagini delle problematiche relative al mare e alle spiagge che frequentate. Potete denunciare sporcizia, inquinamento del mare, problemi di accessibilità agli stabilimenti, attività abusive, barche troppo sotto costa, sversamenti. Ebbene in lei ho trovato disponibilità e sensibilità verso il problema. Ha ricevuto quanto da me inviato ed ha attivato tutti i suoi strumenti per contribuire a porre fine ad uno scempio ambientale che solo in Campania, terra di nessuno, raggiunge picchi così elevati. “Facendo finta di non vedere – ci ha detto –  non facciamo altro che peggiorare la qualità della nostra vita e dei nostri ambienti. Altrove le aree marine protette hanno fatto nascere una nuova economia, in cui non c’è conflitto tra la tutela dell’ambiente e lo sviluppo. Sono nate tante attività di servizio per esplorare il mare ed il mondo sommerso, è cresciuta una nuova consapevolezza di rispetto verso il mare, sono nati campi boa per l’ancoraggio, è cresciuto un tipo di turismo esperienziale ed ambientalista, tante specie marine sono state tutelate, salvate ed incrementate”.

Ho fatto presente che da noi,invece, il nulla. Commissariata da anni, o imbrigliata tra i sette Comuni delle isole d’Ischia e Procida, l’area marina protetta è terra di nessuno e Procida ancora in una recente occasione si è dimostrata asservita agli interessi di Ischia, penalizzando solo pescatori e diportisti locali. Ho ripetuto che bisogna garantire la piena funzionalità all’area marina protetta del Regno di Nettuno perché altrimenti tutti gli sforzi fatti per istituirlo e le speranze di salvaguardare quell’enorme patrimonio naturale rischiano di essere vanificate. Grazie all’amore per la nostra terra e al senso di appartenenza che ci lega all’isola siamo qui a combattere affinché qualcuno si svegli. Chi deve programmare ed amministrare un territorio sa bene che non basta definirsi, a chiacchiere,ambientalista o organizzare manifestazioni di facciata per salvarsi la coscienza.  Dimostrino con fatti concreti e prese di posizione quanto tengono all’ambiente e al mare di Procida. Chi deve controllare si dia una mossa. Non solo l’area marina protetta è invasa, probabilmente ben oltre quanto consentito dalle normi vigenti, ma a rischio sono centinaia di bagnanti e bambini costretti a farsi il bagno sulle nostre spiagge avendo come compagno di nuoto un motoscafo o un gommone con motore acceso».