ISCHIA IN LUTTO PER LA SCOMPARSA DI GIOVANNI

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In segno di rispetto per la prematura scomparsa del giovane Giovanni Basile, la consueta manifestazione domenicale “Ischia in Festa” non si svolgerà. E’ il modo con cui commercianti ed organizzatori della kermesse hanno voluto ricordare ed onorare la memoria del 24enne  che ha smesso di combattere una lunga malattia con la leucemia che lo tormentava ormai da anni. Una morte che ha gettato nello sconforto l’intera comunità isolana, in particolar modo tutti coloro che hanno conosciuto un ragazzo che è stato capace fino alla fine di affrontare un destino avverso con una straordinaria dignità.

Una figura, quella del giovane ischitano, che con un pizzico di rimpianto ha voluto ricordare anche il prof. Mimmo Castagna, che al povero Giovanni aveva fatto da docente alle scuole medie. Ricorda Castagna: «Non siamo riusciti a prenderci quel caffè promesso, ricordi? Ti incontrai per strada, eri felice di dirmi che la prima battaglia poteva essere vinta. Peccato, non abbiamo avuto il tempo per quel caffè! E ora cosa potrei scrivere di te e per te, Gio’, che non ci siamo già scritto e detto in questi anni, attraverso i tanti messaggi che ci siamo scambiati da allora, da quel freddo gennaio del 2014, quando aveva avuto inizio la tua guerra. Ti ho conosciuto a undici anni, eri poco più che bambino e sei entrato a far parte della mia nuova classe, la prima di allora. Sorridente, deciso, senza timore,sei subito entrato nei cuori e nelle simpatie di tutti, compagni e professori. E come poteva essere diversamente, tu così educato,sincero e gentile. Mai una parola fuori posto, mai un comportamento sbagliato, mai un gesto di arroganza. Il nostro piccolo lord. Ti ho visto crescere, maturare, ti ho visto sbagliare, come è normale che sia, ti ho aiutato a leggerti dentro e a scegliere, quando in terza avevi dubbi sul futuro scolastico e tu mi hai illustrato i tuoi sogni e confidato le tue speranze».
Lo struggente e commovente ricordo del professore continua così: «Ti ho vissuto nella quotidianità nei tuoi anni forse più belli e più difficili, quelli della preadolescenza. Ma ti ho sempre seguito,anche dopo, come cerco di fare con tutti i miei alunni che non voglio diventino mai “ex”. Ti chiedevo dei tuoi successi, delle tue eventuali difficoltà; tu sempre, sereno, dicevi ” va tutto bene, prof.”. Perché tu hai sempre sorriso alla vita, anche quando la vita ti ha messo davanti a una prova durissima . Ci siamo scritti tanto in questi anni! Tu spesso rispondevi dal letto d’ospedale. E quante lezioni di vita mi hai dato! Diciamo che è stato uno scambio di lezioni, pure sbilanciato:io ho impartito per te semplici lezioni di grammatica, storia, geografia e tu in seguito mi hai ripagato, insegnandomi la dignità nella sofferenza, la tenacia della speranza, l’amore per la vita, sempre e comunque. Mai ho sentito un lamento dalla tua bocca, mai hai imprecato contro un destino beffardo, hai sempre guardato avanti! I tuoi verbi erano solo al futuro». E poi la conclusione: «Adesso è come avere un buco profondo nell’anima, perché, è vero, quando va via un alunno il cuore di un insegnante sanguina. Ciao, Gio’, ci lasci con i tanti “perché” in tasca, quelli che sempre ci assalgono quando vanno via giovani vite . A questi ”perché” non sempre riusciamo a dare risposte. Certo sei partito nel giorno in cui la tua bella isola, che amavi e vivevi pienamente, festeggiava il suo momento più bello. Voglio pensare che tu sia stato contento di questo, orgoglioso di essere vissuto , sia pure per poco tempo, nel posto più bello del mondo, come dicevi spesso. Ciao, amico mio. Ricordati di noi tutti, che ti abbiamo voluto un mondo di bene. Peccato,solo, davvero, per quel caffè!”