LACCO AMENO E IL “GIALLO” DELLE DELIBERE IN EXTREMIS

94

A Lacco Ameno le ultime ore della giunta Pascale si tingono di un “giallo” con una serie di eventi e circostanze che hanno destato più di qualche perplessità. Nel mirino in particolare ci sono una serie di operazioni messe a segno dal defenestrato sindaco,  che  dovremmo definire last “second”.  Sull’albo pretorio comunale nella giornata di ieri sono stati pubblicati due decreti. Uno riguarda la revoca da assessore di Antonio Di Meglio – tra i consiglieri che hanno firmato la sfiducia al “Barone” e la contestuale nomina in giunta di un fedelissimo di Pascale ossia Ciro Calise. Il decreto di nomina di Calise, per la cronaca risale al 14 ottobre, ossia il giorno precedente a quello in cui sono state protocollate in municipio le dimissioni dei nove consiglieri comunali. Il problema è che però questi incartamenti diventano pian piano una matassa ingarbugliata e proviamo a spiegare il perché.

In primo luogo nei decreti non compare numero di protocollo né tantomeno la firma del neo assessore per accettazione. Ma siamo ancora al minimo sindacale, e qualcuno ci scuserà il gioco di parole. Se si dà un’occhiata al protocollo del Comune di Lacco Ameno, non può non balzare agli occhi un altro aspetto quantomeno “simpatico”: le dimissioni dei consiglieri comunali vengono protocollate alle 9.17, la revoca a Di Meglio e l’investitura a Calise alle 9.34 e alle 9.35, dunque in un momento temporalmente successivo. Ma l’aspetto più suggestivo di tutta questa storia è davvero un altro. Secondo quanto ci è stato riferito, Di Meglio avrebbe ricevuto soltanto nella giornata di ieri l’atto che gli comunicava la revoca dalla carica di assessore, peraltro inutile visto che nel frattempo si era già dimesso da consigliere. Di rimando, invece, Calise nella stessa giornata firmava, veniva nominato e partecipava pure alla seduta di giunta. Già con due delibere da votare, e che evidentemente Giacomo Pascale e quello che restava della sua squadra avevano volontà tassativa di condurre in porto prima di lasciare la nave al commissario prefettizio.

Ma di cosa parliamo? Per la precisione di due atti votati in assenza di Domenico Miragliuolo e Cecilia Prota. La prima delibera ha come oggetto “candidatura del lotto funzionale del progetto esecutivo delle opere di adeguamento della viabilità della strada provinciale Lacco Fango – adeguamento del sistema fognario in via Provinciale Lacco Fango al Parco Progetti di cui alla deliberazione n. 138 del 19 giugno 2019 del sindaco della Città Metropolitana di Napoli”. Di fatto nell’atto si provvede a candidare questo progetto – che prevede un importo complessivo di 480.000 euro – in luogo di quello legato alla riqualificazione del campo di calcio ubicato in via Pannella. Progetto che, fa notare qualcuno chissà in maniera quanto maliziosa, è immediatamente cantierabile. La seconda, invece, riguarda un oggetto altrettanto significativo: “Concorso pubblico per titoli ed esami per l’assunzione a tempo indeterminato e pieno di un istruttore direttivo amministrativo, indicata nel Piano del Fabbisogno 2019, approvato con delibera di giunta municipale n. 27 del 26 marzo 2019, determinazioni”. Di fatto la delibera di giunta torna utile anche per nominare la commissione esaminatrice della relativa selezione pubblica che sarà composta come segue: Anna Di Scala (presidente), Raffaele Monti (componente), Maria Mugione (componente) e Maria Gloria (segretario). Insomma, questi gli ultimi fuochi prima che si spegnesse la luce e calasse il sipario sulla sindacatura di Giacomo Pascale. Ma è chiaro che, come sempre succede in casi del genere, il piede sull’acceleratore pigiato quando si è a un passo dal baratro non manca mai di suscitare qualche polemica.