LEGGE ISCHIA, C’E’ ANCHE L’EMENDAMENTO SALVA-ISTANZE DI CONDONO

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Oltre all’emendamento proposto dal Pd alla legge di ricostruzione post sisma, da tempo si sa che esiste un’altra proposta, portata già all’attenzione degli organi legislativi nei mesi e nelle settimane scorse, e supportata anche da esponenti del M5s. Si tratta di una proposta che, stante il mantenimento della procedura prevista dalla legge 47/85 per l’esame delle domande di condono, punta  emendare esclusivamente l’oramai famigerato articolo 25 del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2018, n. 130. Ecco quale sarebbe il testo dell’emendamento: «All’art. 25, comma 3, l’ultimo periodo (Il contributo comunque non spetta per la parte relativa ad eventuali aumenti di volume oggetto del condono) è sostituito dal seguente: “Il contributo comunque non spetta per la parte relativa ad eventuali aumenti di volume non condonati”». Si tratta della ormai nota parificazione tra immobili legittimi e immobili legittimati da una successiva istanza di sanatoria, che viene proposta  con una motivazione molto precisa: «Ove non si proceda all’emendamento proposto, l’intera impalcatura del decreto legge 109 rimarrebbe in piedi nelle sue previsioni di natura assistenziale (Cas, assistenza alberghiera, ecc.) ma verrebbero meno le fondamentali finalità ricostruttive proprie dell’ambito di intervento del Commissario straordinario (interventi di riparazione e ricostruzione degli immobili danneggiati). È stato evidenziato dai Sindaci e dai comitati spontanei di cittadini che i costi del condono, assommati ai costi di progettazione degli interventi oltre ai costi degli interventi stessi, tutti a carico del privato cittadino, non consentiranno l’avvio del processo di ricostruzione».