IL CASO – PARADOSSO NASPI, LE PRATICHE DI ISCHIA FINISCONO A MATERA

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Chiamatelo “paradosso previdenziale”. Ad Ischia, come molti sanno, vengono annualmente presentate poco più di novemila domande legate all’indennità di disoccupazione, la cosiddetta Naspi. Ebbene, da informazioni attendibilissime si è appreso che quasi la metà di queste vengono dirottate altrove. Ad evadere circa quattromila pratiche non è l’ufficio di Ischia e né quello vicino (non considerando il mare, ovviamente) di Pozzuoli, che da tempo lamenta una atavica carenza di personale. Le documentazioni in oggetto, udite udite, finiscono in terra lucana e precisamente a Matera, conosciuta come la città dei sassi ma soprattutto come la capitale della Cultura. Per quanto la cosa possa apparire inverosimile, sembra che sia esattamente così che è andata.

Restano dunque molti interrogativi. Se una delle domande in questione, tanto per fare un esempio, dovesse essere respinta, un cittadino isolano come ne viene a conoscenza? E soprattutto, chi deve contattare per ottenere le informazioni del caso? E poi, senza offesa per nessuno, la seconda ci sembra ancor più eloquente: a cosa serve un’agenzia INPS sul territorio?

Altra anomalia che si sta verificando sull’isola è quello legato ai cosiddetti “indebiti”, dimenticanze che stanno mettendo in seria difficoltà molti lavoratori. Di fato si tratta di somme di denaro che l’Inps recupera dal lavoratore molto spesso per sue inadempienze. Anche quando in primavera  lo stesso ritorna a lavorare, il patronato fa la comunicazione agli uffici competenti di ripresa dell’attività lavorativa del proprio assistito. Siccome oggi però tutti gli atti vengono lavorati in maniera telematica, è chiaro che se qualche solerte impiegato non “scarica” dal sistema le informazioni ricevute, il soggetto continua a percepire l’indennità di disoccupazione. Poi, in ritardo, si scopre l’inghippo ma a questo punto è tardi e così l’anno prossimo un qualsiasi lavoratore deve restituire somme più o meno ingenti allo Stato. Il problema è che queste non vengono poi rateizzate, nonostante l’errore vengono commesse dalla stessa Inps, ma prelevate per intero indebitamente. E’ il caso di un cittadino ischitano, che si è ritrovato con un assegno di appena 51 euro ed ha scoperto che invece la somma ben più corposa di 1.094 euro gli era stata trattenuta. E allora ecco che riaffiora l’inquietante ed amletico dilemma, con il quale chiudiamo pur ribadendo un concetto già espresso. Le pensioni le evade Pozzuoli, le disoccupazioni Matera, informazioni non se ne danno. E Ischia?