NO AGLI ABBATTIMENTI, L’ISOLA SI PREPARA ALLA PROTESTA DI ROMA

175

Comunicato stampa del Comitato per il Diritto alla Casa delle Isole di Ischia e Procida

La tragedia degli abbattimenti delle prime case di necessità continua a non dare tregua alle famiglie lavoratrici di tutto il centro-sud ed in modo particolare di quelle della regione Campania. Nel picco dei contagi da Covid-19 e nel mezzo di una crisi economica senza precedenti, lo Stato italiano anziché concentrare tutte le sue energie e le sue risorse per far fronte alla pandemia e alla povertà dilagante che a livello economico vede in ginocchio milioni di nuclei familiari, trova tempo e soldi per portare avanti, soprattutto nella nostra Regione, una vera a propria raffica di demolizioni di prime case di necessità. Da non credere! Ischia, Procida, Napoli, Bacoli, Quarto, Cardito e tante altre città campane, in queste settimane hanno visto case sbriciolarsi in macerie in poche ore. E tante altre sono quelle destinate ad andare giù. E come al solito ad essere abbattuta non è mai la grossa speculazione edilizia affaristica o gli eco mostri di Stato con cui nei decenni sono state distrutte coste e colline dei nostri territori, ma sempre e solo le case dei poveri cristi a dimostrazione che quanto sta accadendo rappresenta solo una colossale ingiustizia e giammai il rispristino della legalità o il rispetto delle Leggi come qualcuno vorerebbe farci credere. Anche perché, è bene sempre sottolinearlo, che in questa tragedia il vero ABUSIVO è lo Stato italiano che negli ultimi quarant’anni, attraverso i suoi rappresentanti politici ed istituzionali, in tutto il centro-sud non ha voluto mettere in condizione i cittadini di costruirsi nella legalità un umile tetto sotto cui coprirsi la testa, trovando comodo non approvare i necessari strumenti urbanistici che consentissero a tutti il rilascio delle licenze edilizie e facendo, così, proliferare l’abusivismo che nel tempo è diventato un comodo strumento di condizionamento e persino di ricatto politico ed elettorale verso milioni di cittadini. Al contrario di quanto, invece, è avvenuto nel centro-nord dove si è costruito due, tre volte in più rispetto alle regioni meridionali, persino sulle Alpi, e dove il dramma degli abbattimenti non si pone essendo stata a tutti rilasciata la licenza edilizia lì dove era possibile edificare. Ecco perché anziché negare il diritto alla casa a chi è stato vittima di questo sistema politicamente perverso creato volutamente attorno all’abusivismo, nelle regioni meridionali andrebbe processata e condannata la classe politica degli ultimi quarant’anni che con le sue inadempienze ed omissioni non ha dotato le popolazioni dei necessari strumenti urbanistici per garantire uno sviluppo edilizio legale, armonico e rispettoso dell’ambiente. Altro che far piangere le famiglie dopo trent’anni dalla realizzazione della propria abitazione attraverso un’azione repressiva in cui, come al solito, lo Stato capitalistico fa il forte coi deboli ed il debole coi forti!!! Ebbene, rispetto alla recrudescenza di demolizioni di case abitate in atto, in Campania si sta riorganizzando una lotta unitaria dei vari Comitati cittadini regionali che chiedono con forza che si sanino gli abusi di necessità e si provveda all’immediata demolizione della grossa speculazione edilizia. E il prossimo 25 maggio in piazza Montecitorio a Roma a partire dalle ore 10.00, ci sarà un presidio di protesta per chiedere con forza al governo ed al parlamento la risoluzione definitiva del problema. Per chi desidera partecipare può contattarci al numero 3395683542.