Un concept album che si muove attraverso diversi generi – dalla canzone italiana al blues, da folk rock anglofono alla musica anni ‘70 – e che ha come protagonista la solitudine di una generazione, la sua voce strozzata, tutte le sue omissioni.
Il disco si apre con la poesia “Invenzioni”, che il 16 gennaio 2020 si è aggiudicata il Premio De Andrè (sezione poesia) alla XVIII edizione della manifestazione patrocinata dalla Fondazione Fabrizio De Andrè onlus, Siae e promossa da iCompany, per la giuria presieduta da Dori Ghezzi e composta da giornalisti, discografici e conduttori radiofonici tra i quali Silvia Boschero (Radio2), Dario Salvatori, Vincenzo Costantino “Cinaski” e il produttore Vincent Messina.
Se l’apertura dell’album si presenta come una Genesi biblica sarcastica (“Invenzioni”) dove la creazione sembra illuminare l’autore, intimandogli di parlare in modo confidenziale di ciò che non è mai stato “confessato” chiaramente in 25 anni di musica, la chiusura (“Il crepuscolo del condominio”, magistralmente interpretata da Elisabetta Fadini su musica di Giulio Fazio) è degna di un’apocalisse 2.0 dove tutte le forme di aggregazione sembrano fallire e il re di tutti gli Influencer e Maddalena si tengono stretti a distanza di sicurezza. In mezzo, la voce scura ci porta nei meandri della solitudine di quella generazione sempre in bilico tra il far tardi e il fra presto (“La storia sono loro”), traghettatrice involontaria dei valori familiari (“La famiglia”), persa nei cunicoli della città natia svenduta alla celebrazione degli assassini (“Paradiso ad ore”) o a guardare le vite degli altri appassire nei vagoni della metropolitana (“Gli occhi del metrò”).
La presunzione critica, quel senso di rivalsa nei confronti di una gioventù nociva e superficiale (“Noxious”) della quale ci si può anche invaghire (“Quando è morto Cobain”).
Fuori dal concept (“Il famoso impermeabile blu”), il brano di Cohen, adattato in italiano da Valerio Sgarra diventa come una voce fuori campo, un tributo onesto allo spirito di un Maestro che aleggia in quasi tutto il disco.
Sgarra e Fazio (co-arrangiatore e produttore artistico) creano un’ambientazione sonora che mette il prevedibile al servizio dell’imprevedibile e spazia nei mondi musicali della loro formazione senza mai essere scontati. Unica speranza pervenuta: la possibilità di un amore che non ha bisogno di parlare (“Queste nostre parole”) in un mondo che non sfrutta mai l’occasione di omettere il proprio punto di vista su tutto.
Omissis
Registrato e masterizzato presso: Studio73– Napoli
Arrangiamenti: Giulio Fazio e Valerio Sgarra
Produzione artistica: Giulio Fazio
Produzione: Studio73 e Valerio Sgarra
Progetto grafico: Deltastudio
Foto: Simone De Sanctis
Hanno partecipato
Giulio Fazio: pianoforte, organo, sinth bass, programmazione
Sergio Minopoli: chitarra elettrica
Alessio Sica: batteria, percussioni
Alessandro Cervo: violino
Gioia Precisano: voce
Elisabetta Fadini: voce recitante
Reversusrecords