PROCESSO PEGASO, SALTA ANCORA L’ESAME DEL TESTE PRINCIPALE DELL’ACCUSA

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Ancora “al palo” il processo per il fallimento della società Pegaso: infatti si allunga la lista dei rinvii causati dall’assenza in aula del teste chiave dell’accusa. Stavolta, la settima sezione penale, collegio c, del Tribunale di Napoli ha rinviato di altri sei mesi la testimonianza del professor Bocchini, curatore fallimentare della Pegaso, per un breve ritardo del teste. La deposizione era fissata alle ore 11: l’assenza del professore ha indotto il giudice ad aggiornare il processo. Poco più di un’ora dopo il teste è però giunto in Tribunale. La cancelleria ha provato ad avvertire i vari componenti della difesa, che però erano già sulla via del ritorno. Dunque, rinvio confermato. Come si ricorderà, il professor Bocchini fu piuttosto critico nei confronti degli ultimi amministratori della società, deputata a gestire la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a Forio fino al fallimento, dichiarato nel 2011 dal Tribunale di Napoli. Bocchini puntò il dito soprattutto sull’insufficienza canone, a suo dire del tutto inadeguato a far fronte ai costi del servizio e alla già consistente massa debitoria, che rese vana anche l’estensione della quota di partecipazione pubblica. Gli imputati, Franco Monti e Salvatore Serpico sono  chiamati a difendersi dall’accusa, lanciata dalla Procura, di aver provocato in modo fraudolento la bancarotta della società. Una vicenda che chiama in causa le responsabilità della politica foriana nella ventennale storia della Pegaso, che sin dalla sua costituzione evidenziò immediatamente gravi difficoltà economico-finanziarie, fino all’epilogo avvenuto oltre un lustro fa. L’assenza del teste  ha dunque imposto il rinvio a marzo.