PROCIDA, DALLA CAREMAR DISCRIMINAZIONI PER I DISABILI

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Venerdì scorso, per i disabili, è stato un giorno particolarmente “tempestoso” con il susseguirsi di due episodi che hanno visto protagonisti cittadini diversi ed un unico vettore: Caremar. «Sono successi due episodi incresciosi che vogliamo denunciare come Tribunale per i Diritti del Malato – dice il coordinatore Giuseppe Giaquinto –  ed ambedue hanno visto protagonista in negativo la società regionale di trasporto pubblico Caremar.

Il primo si è verificato intorno a mezzogiorno quando un’ambulanza, con a bordo una signora anziana con difficoltà respiratorie da trasferire in terraferma con la partenza del traghetto delle ore12,00 proveniente da Ischia per Napoli via Procida, ha raggiunto il porto di Marina Grande. Dopo aver opportunamente fatto il biglietto, gli operatori del soccorso si sono visti negare l’accesso a bordo in quanto la nave era già arrivata a pieno carico da Ischia. Vani sono stati i tentativi di far scendere qualcuno. Alla fine i parenti dell’ammalato hanno presentato una denuncia in Capitaneria e con notevole ritardo, e con non poche peripezie, si è riusciti ad infilare il mezzo tra le lamiere della nave e dei veicoli.

L’altro episodio, che ha visto protagonista una nostra cittadina, ha riguardato la stessa nave Caremar nella corsa di ritorno da Pozzuoli delle ore 14,00. Stessa scena. Carico fino all’inverosimile, auto, moto e camion stipati senza distanze di sicurezza e l’auto di una nostra disabile incastrata tra le lamiere, tra fumi, senza aria, senza servizi, solo con una bottiglia d’acqua fornita gentilmente dal comandante.

Ancora una volta ha prevalso l’indifferenza e l’insensibilità. Ma ancora una volta non si riesce a garantire nemmeno un servizio di collegamento indispensabile ad ammalati e disabili. Mi chiedo – sottolinea Giaquinto – se un servizio di trasporto, che paghiamo tutti noi, non serve a questo a chi serve? Se le autorità marittime non fanno i dovuti controlli ed accertamenti quale funzione assolvono? A nulla valgono le linee di regolamentazione del trasporto pubblico marittimo della Giunta Regionale della Campania e a nulla valgono le direttive del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che chiariscono la riserva dei posti per le ambulanze ed automediche sui traghetti.

Tali regole e disposizioni impartite dalle Autorità Amministrative ancora una volta sono state disattese dal personale marittimo della Società di Navigazione Caremar a danno sempre dei più deboli e dei più bisognosi ovvero a danno di chi soffre.

Se per trasferire un ammalato grave in terraferma dobbiamo perdere mezz’ora tra suppliche e denunce ma che cittadini siamo? Ma vogliamo dare risposte e certezze a queste inderogabili necessità o scaldiamo solo le sedie della politica o degli uffici delle autorità preposte?

Chiedo alle autorità marittime e politiche di effettuare i necessari accertamenti per contribuire affinché tali episodi non avvengano più in futuro. Intanto – conclude Giuseppe Giaquinto – ringraziamo la famiglia dell’ammalata e la stessa Milena Aurelio per il coraggio che hanno dimostrato nel denunciare tali soprusi e diritti negati. Lo fanno per loro ma lo fanno soprattutto per tutti quelli che sono cittadini isolani discriminati».

Tra le proposte suggerite dal coordinatore del Tribunale dei diritti del Malato Giuseppe Giaquinto per tentare di arginare questi disservizi è necessario: «Sensibilizzare il Comune di Procida ad istituire il Garante comunale per i diritti delle persone con disabilità, e dare vita ad un tavolo di confronto istituzionale e sociale per affrontare le problematiche dei cittadini con disabilità e favorirne la totale integrazione».