«Ieri c’è stato un incontro con il Ministro della Salute e i presidenti di Regione: il ministro si è insediato da poco ma la riunione è stata un lamento generalizzato». A dirlo il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso del suo intervento questa mattina all’Ospedale Monaldi di Napoli dove è stato inaugurato il nuoto topografo digitale Pet/Tc acquistato con i fondi del Pnrr. «Tutti i presidenti – spiega il governatore – hanno rilevato le due criticità di fondo che abbiamo nel sistema sanitario del nostro Paese: una è la disponibilità finanziaria. Negli anni scorsi ci hanno raccontato un sacco di palle. Il Governo precedente, il mio amico Speranza che diceva “”noi abbiamo destinato” non abbiamo destinato niente. Stiamo poco sopra il 6% del Pil, la Francia è al 9,3%, la Germania al 9,8%. Noi cerchiamo di arrivar almeno al 7% reale». E sulle liste d’attesa, De Luca è chiaro: «Adesso dobbiamo vincere la battaglia per le liste di attesa, qui ci sono ancora tempi troppo lunghi e uno dei motivi per cui abbiamo tanti cittadini che se ne vanno è questo: non va bene, da questo punto di vista saremo spietati nei prossimi mesi. Devo dire che ci sono anche cose che vanno chiarite all’opinione pubblica: ogni tanto mi capita di guardare delle immagini di file di cittadini davanti ai laboratori privati accreditati, e qualcuno confonde le idee. I tetti di spesa, diciamolo forte, sono fissati dal governo nazionale, non dalla regione Campania. il problema delle liste di attesa lo risolveremo entro il 2023. Già abbiamo stabilito un metodo per le prenotazioni che si possono fare in tutte le farmacie della Campania e avere l’indicazione della struttura sanitaria pubblica e privata dove fare le prestazioni che vengono richieste nel tempo più rapido possibile: massimo rispetto e disponibilità, massima apertura ma l’obiettivo di abbattere le liste di attesa è vincolante per tutti, altrimenti andiamo avanti a carro armato». E ancora: «Perfino per le liste di attesa, nonostante tutto, quando abbiamo la situazione peggiore stiamo come le altre regioni del nord, tranne qualche regione che fa i giochi di prestigio e quindi quando va un cittadino napoletano o salernitano a Milano trova liste di attesa zero, poi però il cittadino di Milano deve aspettare un anno per avere la stessa prestazione. Non va bene, siete dei malviventi». Infine: «La Campania non vuole fare come la Calabria, non vogliamo prendere medici cubani, portiamo Cuba nel cuore ma i medici cubani stanno bene a Cuba: vogliamo avere prestazioni di qualità e garantite, non gente che viene per prendere una retribuzione oraria magari il doppio di quello che si prende qui, senza la garanzia della qualità delle prestazioni. Abbiamo un problema che riguarda i concorsi. Anche qui dobbiamo prendere delle decisioni. Facciamo dei concorsi e o vanno deserti per l’area dell’emergenza, oppure fatto il concorso, dopo 24 ore, i medici lasciano l’ospedale e se ne vanno da altre parti. Non va bene, facciamo fatica a mandare dottori a Ischia, Capri e nelle aree disagiate. Se fai il concorso, almeno per due anni poi stai dove diavolo devi stare».