SANTA RESTITUTA, CAOS E POLEMICHE ANCHE… IN MARE

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Il Parroco abbandona la processione in segno di protesta per le prepotenze del comitato. Festa rovinata e celebrazioni macchiate dopo decenni di gloriosa tradizione

Santa Restituta… e non finisce qui! Parafrasando il celebre Corrado  l’edizione 2025 della festa e di quelle che dovrebbero essere le celebrazioni in onore della  Patrona dell’isola d’Ischia si sono rilevate una tragicomica rappresentazione social-religiosa della deriva a cui si va incontro. La Santa va a Forio in barca senza autorizzazione e il Parroco si ritira dalla processione. Resta solo il Vescovo con le reliquie in mano e il peso di una parrocchia spaccata tra comitati e politica. E, restando in tema di fede: Signore, mai peggio! Pensare che siamo nell’anno del Giubileo. Del suo anelito all’ombra del fungo resterà solo il fatto eccezionale. Come il caos che intorno si è saputo generare.L’ultima sceneggiata, ma solo in ordine di tempo, a bordo del “Turistiello” di Medmar, all’anagrafe marittima Tourist Terzo.

Ma è solo l’epilogo di un pomeriggio di un giorno da cani, altro che festa e preghiera. Don Pasquale, parroco e martire, a questo punto, di una fede che nel paese vacilla,  a bordo della nave ha perso la pazienza, abbandonando la pace sacerdotale fino al punto di dismettere la cotta e abbandonare nelle mani del Vescovo le sacre reliquie di Restituta. La povera Santa venuta dall’Africa fin sulle coste isolane starà rimpiangendo il giorno in cui la deriva l’abbandonò nell’amena Baia di San Montano.Ma andiamo con ordine e raccontiamo i fatti. Ebbene, mentre la Santa Restituta in trono solcava le vie del mare a largo della sua Lacco Ameno, il buon Parroco  ha dismesso gli abiti e lasciato la conduzione della celebrazione in aperta polemica e bocciando la condotta degli uomini e delle donne del comitato dei festeggiamenti. Nel bel mezzo della traversata, si è sentito don Pasquale urlare brandendo le sacre reliquie in mano a mo’ di corpo contundente: «Allora  volete comandare voi, allora pensate di decidere tutto voi? Io me ne vado!-con toni concitati ed irati a svelare tutto l’impeto del momento. Questo ha detto il sacerdote dismettendo la cotta ed allungandosi idealmente verso il Vescovo per poi aggiungere- Appena la nave arriva in porto io me ne vado e la processione ve la fate voi. Le funzioni religiose le decido io, non si agisce così…». Vano ogni tentativo di riportarlo alla calma e di farlo desistere dal suo intento, anzi ,chi del comitato ha provato a calmarlo, a dire lui che non “faceva niente” ha solo rischiato di fare peggio, o peggio ancora, di finire vittima di una “reliquia vagante”. Mettiamola in questo modo.Pasquale ha minacciato di andarsene e alle minacce ha fatto seguire i fatti. Questa volta il cerino in mano, pardon, le reliquie di Santa Restituta sono rimaste nelle mani del Vescovo Carlo Villano a cui, insieme agli altri Sacerdoti in processione, è toccato far buon viso a cattivo gioco per portare in porto la nave e la processione diretta a Casamicciola Terme, con sindaci e ammiratori al seguito per la consueta messa in Piazza della Marina.Da qui poi a Lacco Ameno. Ma è stato solo l’epilogo di un litigio pomeridiano sul medesimo tema. E’ stato proprio nel corso della processione via mare che è scoppiato il putiferio al culmine di quelli che per don Pasquale erano stati archiviati come chiarimenti ed ordini religiosi pomeridiani dati a Comitati di festa e organizzazioni come Le Ripe. La contesa principale è proprio tra queste due anime del vasto panorama religioso lacchese. Contro ogni indicazione e contro il canovaccio della celebrazione convenuta tra Comitati, Organizzatori e Chiesa, la Santa Patrona è stata portata via mare in processione verso San Francesco di Forio. La cosa è stata fatta senza l’avvallo del capo della Chiesa lacchese, il parroco non aveva autorizzato a cambiare l’itinerario ormai consolidatosi negli ultimi dieci anni. Invece, qualcuno, pare qualcuno del Comitato di festa, a sua insaputa, aveva parlato con il capitano del “Turistiello” perché si allungasse a Forio. In verità, l’itinerario sarebbe stato stabilito da circa un mese, anche dal comune di Forio erano stati predisposti i fuochi conoscendo la rotta della nave, affidata ad un comandante, peraltro nuovo. Quindi delle due l’una o, artatamente, nessuno ha comunicato il cambio di programma imposto nel pomeriggio dal Parroco, o qualcuno ha confermato che si sarebbe andati a Forio, senza curarsi delle indicazioni di don Pasquale. Come è andata e come è venuta,  la cosa non è stata gradita dal don Pasquale che non ha nascosto il suo disappunto, neppure ai piedi della Martire ingioiellata a festa e, senza colpo ferire, dopo aver fatto fuoco e fiamme a bordo, allo sbarco in porto a Casamicciola, ha lasciato baracca e burattini andandosene via, senza condurre più la carovana in processione. Un bordello in grande stile le cui cicatrici sono state ben visibili sui volti di celebranti e fedeli accorsi per godersi lo spettacolo.Tutto sarebbe cominciato nella mattinata di oggi, quando proprio tra Comitato Santa Restituta e Le Ripe è sorta l’ennesima querelle sul percorso via mare che la Santa avrebbe dovuto fare. Da oltre 10 anni, Santa Restituta  non andava più in processione a Forio, dirigendosi direttamente in quel di Casamicciola. Da stamani era in corso nella Basilica lacchese un duro braccio di ferro, un casino pazzesco tra chi voleva che andasse a Forio e chi no. Il parroco, persuaso che vi fosse troppa guerra e troppa acredine, ha deciso che questi scontri dovevano cessare e che, atteso che da un decennio la rotta foriana si era persa, anche quest’anno si sarebbe seguito l’itinerario dell’ultimo decennio. «Sono dieci anni che non ci va e allora non ci va neppure quest’anno!» aveva detto nel tentativo di pacificare l’ambiente. Invece il Comitato, infischiandosene dell’ordine sacerdotale,  ha fatto il colpo di mano portando la Santa in nave a Forio.Così facendo si è messo in dubbio il ruolo del parroco, la sua autorità, minando l’equilibrio della Parrocchia e riducendo le celebrazioni per la Santa Patrona ad una barzelletta. Una barzelletta che non fa neppure ridere.Vergognose tarantelle che hanno macchiato la festa di Santa Restituta, nell’anno del Giubileo, per la prima volta nella storia di un evento che tutto il mondo ci invidia.Don Pasquale, da capo della Parrocchia e del suo gregge si è sentito scavalcato e sminuito nel suo ruolo e così ,dopo mesi di pugnalate e liti, allucchi e strilli, ha perso il self control e ne ha dette di tutti i colori. Lo ha fatto nel bel mezzo della festa! L’obbiettivo era mettere i puntini sulle “i” , entrare a gamba tesa in una guerra tra bande che, purtroppo, sono riuscite nell’intento di rovinare la festa e le celebrazioni di uno dei riti più antichi della nostra isola.Don Pasquale ha lasciato la processione, si è ritirato in Parrocchia a Lacco Ameno, abbandonando la carovana che ha proseguito nel programma e con il solito itinerario, ma non è stato affatto come se “nulla fosse”. Il Vescovo a margine dell’accaduto avrebbe anche proferito parole grevi all’indirizzo dei vertici del comitato, in particolare con Pie(t)rone Monti, a cui avrebbe detto: « Io sarei dovuto andare vi insieme a don Pasquale, non l’ho fatto per evitare che parlasse tutta l’Italia dell’accaduto». Di rimando il capo del comitato, senza colpo ferire, avrebbe detto : «La prossima volta la festa fattela tu e questi quattro[ …omissis] preti ». Questo da il senso di una misura che ormai si è persa. Ma che vergogna!