SULL’ISOLA SI MATERIALIZZA NUOVAMENTE L’INCUBO DEGLI ABBATTIMENTI

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Ieri è andato in scena l’ennesimo rituale, in via Traversa Morgioni, a pochi passi per intenderci dall’Hotel Royal. Gli operai di una ditta incaricata dalla Procura della Repubblica di Napoli, infatti, hanno proceduto alla demolizione di una porzione di fabbricato, dopo che i proprietari non avevano inteso accedere al “beneficio” dell’autodemolizione o ne avevano fatto richiesta tardivamente alla competente autorità giudiziaria. Le opere sono state lente e decisamente complesse. Per accedere al luogo oggetto dell’abbattimento, infatti, gli spazi erano decisamente angusti e così è stato impossibile fare ricorso alle ruspe. Un problema risolto alla vecchia maniera, con gli operai che si sono dovuti arrangiare a mani nude o facendo affidamento ai pochi strumenti con i quali potevano lavorare e raggiungere l’obiettivo prefissato. A vigilare sul corretto svolgimento delle operazioni, agenti del commissariato di polizia di Ischia – guidati dal vicequestore Alberto Mannelli – e rinforzi inviati sull’isola dalla Questura di Napoli. Ma tutto è avvenuto senza incidenti né disordini di alcuna natura.

Attenzione, però, perché la situazione potrebbe clamorosamente deflagrare sulla nostra isola dopo quella delle ruspe più che una presenza sporadica potrebbe diventare una abituate compagna della “quotidianità”. Secondo quanto si apprende, nella sua qualità di responsabile  dell’ordine pubblico, il dirigente del locale commissariato avrebbe intrapreso una serie di tavoli tecnici. Entro il periodo pasquale o immediatamente dopo le festività, infatti, sono previste almeno altre quattro demolizioni sull’isola e non certo di piccole porzioni di fabbricato come nel caso di ieri ma ben più consistenti. Le ruspe infatti dovranno entrare in azione in due casi a Forio, in uno ad Ischia (dovrebbero andar giù interi manufatti, per la cronaca) ed in un altro a Barano dove pare che a dover essere demolita sia un’attività di ristorazione tirata su in maniera del tutto abusiva. E’ l’effetto di una serie di R.E.S.A. che si sono accumulate col tempo, che forse erano cadute nell’oblio, ma cui ora il tempo stesso presenta inesorabilmente il conto. Si tratta, per i pochi che ormai non lo sapessero, del registro che elenca le sentenze relative agli abusi i cui procedimenti penali sono passati in giudicati con condanna del proprietario alla pena accessoria della demolizione delle opere realizzate abusivamente. L’acronimo sta per “Registro Eesecuzioni Sanzioni Amministrative” e riguarda immobili o manufatti da “buttare giù” secondo sentenza della Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli. Ed è noto a tutti che purtroppo dalle nostre parti tale registro è tutt’altro che sguarnito. Insomma, l’allarme rosso lo abbiamo lanciato più volte, ma nella circostanza – stando anche ad alcune indiscrezioni provenienti da ambienti bene informati – sembra davvero di essere arrivati ad una sorta di “redde rationem”.