STOP AGLI ALBERGHI, ARRIVA LA PRIMA RICHIESTA DI CAS

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Il commissario alla ricostruzione Schilardi è stato chiaro:  «Entro dicembre chi vive ancora in albergo dovrà lasciarlo. Non sono ammesse più proroghe. Ci sono circa 230 persone che rappresentano circa 70 nuclei familiari che vivono in queste strutture. Li aiuteremo con il Cas, sia che siano proprietari di casa che affittuari. Per entrambi abbiamo previsto degli incentivi economici affinché per loro ci sia una sistemazione più dignitosa rispetto all’albergo». E nei giorni scorsi è arrivata la prima richiesta di Cas, cioè di contributo per autonoma sistemazione, da parte di una famiglia finora alloggiata in albergo. Il nucleo familiare in questione è dunque il primo ad esprimere la volontà di abbandonare l’attuale sistemazione per passare a quella presso una normale casa di abitazione. La misura decisa dal Commissario era ormai una scelta pressoché obbligata, visti gli altissimi costi che comporta il mantenimento di intere famiglie nelle strutture ricettive isolane. Con il passaggio al Cas, si passerebbe a seconda dei casi dal versamento di varie migliaia di euro al mese, a meno di mille. Un risparmio enorme per le casse dell’erario. Nel mare di polemiche che erano fiorite all’annuncio della sospensione dell’assistenza alberghiera, la richiesta della famiglia in questione rappresenta un primo segnale che va a “incrinare” il fronte di quella parte di sfollati che non intende rinunciare alla sistemazione in hotel.