UN ANNO FA MORIVA DOMENICO SAVIO: IL RICORDO DEL FIGLIO GENNARO

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di Gennaro Savio

Un anno fa, e precisamente il 13 marzo 2020, moriva mio padre Domenico Savio. La pandemia da Covid-19 ed il lockdown che ci teneva tutti reclusi in casa, ci impedirono di poter organizzare l’estremo saluto che un uomo del popolo come lui meritava. E purtroppo, anche quest’anno in occasione del primo anniversario dalla morte, le restrizioni non ci consentono di poterlo ricordare in piazza come meriterebbe ed il ricordo pubblico è ulteriormente rimandato. Mai come in questo anno funesto di morte e di sofferenze ed in cui il popolo italiano patisce l’emergenza sanitaria e la profonda crisi economica che sta ulteriormente impoverendo la già martoriata classe lavoratrice italiana, la tua assenza, caro Papà, si fa sentire e tanto. Ci mancano le tue lucide ed impeccabili analisi politiche ed economiche del momento storico che stiamo vivendo. Ci manca l’entusiasmo delle lotte che ti hanno visto protagonista indiscusso sin da ragazzino nel difendere con orgoglio e coraggio gli interessi delle masse lavoratrici e dei più deboli della società.

Ci mancano, e tanto, la tua esperienza politica e sindacale e la straordinaria cultura da statista politico quale sei stato e quale sei. Si, quale sei tutt’ora perché continui a vivere nella gigantesca opera politica, sociale, sindacale e giornalistica che ci ha lasciato, tra fiumi di inchiostro dei tuoi preziosissimi scritti e le testimonianze video dei tuoi comizi, delle interviste e delle trasmissioni televisive che hai condotto, degli interventi in Consiglio comunale, nei convegni nazionali ed internazionali e nelle manifestazioni di protesta che hai tenuto in tutta Italia. Perché ovunque la classe lavoratrice e i diseredati della società avevano bisogno di aiuto, c’era la tua presenza autorevole e rispettata con davi voce ai senza voce, agli invisibili del nostro Paese. Con te l’Italia e l’isola d’Ischia hanno perso il sicuro e coerente punto di riferimento e la guida politica marxista-leninista nella rivendicazione dei diritti negati e calpestati e, soprattutto, nella costruzione della nova società socialista dove vengano finalmente messi al bando lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, le disuguaglianze economiche e sociali frutto della scellerata divisioni in classi della società capitalistica e la negazione dei diritti più elementari che ad un essere umano dovrebbero essere sempre garantiti come il diritto al lavoro, alla casa, allo studio e alla salute. A me, personalmente, manchi tremendamente sia  come Dirigente politico che come Papà. Un papà amorevole che nonostante gli incessanti impegni per cui trascorrevi intere notti seduto alla scrivania a scrivere e a studiare, non hai fatto mai mancare a me, a mamma e a mia sorella Gabriella, la tua presenza rassicurante accompagnandoci giorno dopo giorno, passo dopo passo, nel nostro percorso di vita sino alla fine dei tuoi giorni. Grazie per avermi impartito un’educazione di “ferro” senza mai ricorrere a schiaffi o ramanzine di circostanza anche quando il tutto sarebbe stato ampiamente meritato, ma facendo sempre e solo leva sugli esempi di serietà ed onestà che si manifestavano nel tuo agire quotidiano e per cui, credimi, ti rimpiangono tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerti e frequentarti. Avversari politici compreso.

E questo è dimostrato dalle testimonianze che i nostri concittadini quotidianamente mi narrano attraverso aneddoti e racconti. Spero che presto riesca a far si che il piazzale antistante il mercato comunale di Forio ti venga intestato, perché il tuo esempio di coraggio, determinazione e coerenza politica nella difesa degli interessi collettivi e dei più deboli della società merita di essere tramandato alle future generazioni. E’ stato l’ultimo argomento di cui abbiamo parlato sul letto di morte prima di salutarci per sempre. Si tratta dell’ultima promessa che ti ho fatto e che manterrò. Puoi contarci. Ciao papà, che la terra ti sia lieve.

Tuo figlio Gennaro.