UN ESPERTO IN MISSIONE PER DUE GIORNI, ISCHIA CREDE ANCORA NEL SOGNO UNESCO

60

Dall’idea di Pietro Greco, passando per i primi passi mossi dalla Giunta dell’Amministrazione del sindaco Enzo Ferrandino nel 2017, il comune di Ischia non ha mai smesso di pensare all’UNESCO e in particolare a quel patrimonio mondiale inestimabile che  l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (fondata nel 1945) intende proteggere e valorizzare con l’obiettivo di promuovere la pace tra le nazioni attraverso la scienza, la cultura, l’educazione, la comunicazione. Se Ischia o se uno o più siti della nostra isola possano entrare a far parte dei siti UNESCO (in Italia ad oggi ve ne sono 58, nel mondo sono 1154), non lo si può  stabilire in qualche giorno e, probabilmente, non può farlo solo chi è legato con il cuore e con la mente all’isola. Anche perché, il patrimonio UNESCO non è semplicemente un sito, un parco o un paesaggio stupendo da vedere, è tanto altro.  Il sindaco Enzo Ferrandino con il supporto e la collaborazione attiva di tutta l’Amministrazione, di diversi enti e associazioni oltre a quella di chi come l’ingegnere Gigiotto Rispoli e il prof. Agostino Mazzella da tempo è sensibile a questa iniziativa, ha deciso di incaricare un esperto del settore: l’ingegnere Marco Valle, dirigente della Fondazione LINKS.

 

La Fondazione Links ha come scopo la promozione di siti del territorio italiano sul piano culturale e non solo; si occupa, tra le altre cose, di candidature UNESCO. E’ una realtà piemontese vicinissima al Politecnico di Torino che può contare su oltre 600 ricercatori che fino ad oggi hanno lavorato a 10 milioni di progetti europei e diverse sono le pubblicazioni e i brevetti che trovano linfa da un punto di vista finanziario soprattutto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo (una delle più antiche d’Europa). La Fondazione Links ha già candidato al patrimonio UNESCO diversi siti italiani come i paesaggi vitinicoli del Piemonte, Porto Venere e le cinque Terre e non ultimo i portici di Bologna,  il cui dossier porta la firma proprio dell’ingegnere Valle, un vero “top player” di questo settore. Ci sono poi anche le revisioni dei piani di siti già appartenenti alla lista dell’UNESCO come i Trulli di Alberobello, i Longobardi in Italia, la Collina Po e il vicinissimo Centro Storico di Napoli. Insomma, Ischia ha deciso di fare sul serio affidandosi a veri professionisti.

 

In questi giorni, l’Ingegnere Marco Valle è stato ospitato sull’isola e ha avviato quella che potrebbe essere la fase preliminare di una potenziale candidatura. La giornata di lunedì 3 gennaio è stata una giornata di visite, una giornata fondamentale per iniziare a comprendere i punti di forza e di debolezza dell’area potenzialmente candidabile. Accompagnato dall’Assessore Liviana Buono (che sta seguendo insieme all’intera Giunta il progetto) e da tutto il pool di collaboratori e associazioni che partecipano all’iniziativa, l’Ingegnere della LINKS ha visitato in maniera approfondita il Museo Diocesano, la Cattedrale, la Torre di Michelangelo, il Castello Aragonese e il sito di Aenaria; è stato questo un momento decisivo per prendere contatto con la realtà bellissima che ci circonda.

 

La giornata di martedì 4 gennaio è stata invece quella delle riflessioni condivise tra assessori e consiglieri comunali, l’Area Marina Protetta Regno di Nettuno, Aenaria, l’ingegnere Rispoli,  il prof. Mazzella e ovviamente l’Ingegnere Valle che ha presentato nei dettagli il mondo UNESCO e in particolare i due percorsi che riguardano il patrimonio mondiale. Quello principale e quello ovviamente più conosciuto è il WHL (World Heritage List), ovvero la lista UNESCO che si distingue per il suo carattere di esclusività (per solo Beni Immobili), ed è quella che ha anche un impatto mediatico rilevante. Possono essere candidati solo siti che abbiano un valore “eccezionale” e “universale” nonché siti caratterizzati da “integrità”, “autenticità”, “protezione” e “gestione”. Sono queste le parole chiave che rendono percorribile una candidatura che in ogni caso deve potersi avvalere di almeno uno dei dieci criteri  (quattro naturali e quattro culturali) richiesti dall’UNESCO.  Un’altra opzione potrebbe essere quella del MAB Unesco. Il Programma “L’uomo e la biosfera”, Man and the Biosphere – MAB, è un programma scientifico intergovernativo avviato dall’UNESCO nel 1971 per promuovere su base scientifica un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello Sviluppo Sostenibile. Si tratta di una lista meno rilevante dal punto di vista mediatico ma non per questo meno rilevante da un punto di vista della valorizzazione del patrimonio che resta ovviamente l’obiettivo principale di questa iniziativa. Questo percorso richiede necessariamente la presenza di un parco.

 

Entrare a far parte del patrimonio UNESCO significa entrare nella lista dei siti o dei luoghi unici al mondo. Luoghi da tutelare, proteggere ma soprattutto valorizzare.  Il potenziale in termini di ritorno di immagine e di ritorno dal punto di vista turistico è molto alto. Non è certamente questo lo scopo dell’iniziativa, ma non si può non tenere conto dei cambiamenti che ha portato l’inserimento nel patrimonio UNESCO di tante località  italiane.  Se Ischia possa ambire o meno ad avere  un sito UNESCO non può essere deciso in 48 ore. Quali saranno, allora, i prossimi passi? L’Ingegnere Marco Valle e il suo team redigeranno un’analisi comparativa e una serie di studi attraverso i quali sarà valutata la possibilità di un’eventuale candidatura con relativi punti di forza e di debolezza e con anche una proposta degli aspetti su cui puntare e soprattutto i percorsi da seguire (WHL o MAB, entrambi?). Conditio sine qua non per l’Ingegnere Valle è la compattezza che l’isola dovrà dimostrare nel caso in cui si decidesse di lavorare ad una candidatura. Compattezza che deve riguardare  non solo i sei comuni isolani, ma anche enti pubblici, associazioni e privati nonché comuni e regione, comune e ministero, Ischia e altri territori. Una sfida difficile che dovrà tenere conto anche dell’entità degli investimenti  (oscillano tra i 200.000 e i 400.000 euro a seconda del tipo di candidatura) e non solo  dei benefici  nel caso di un responso positivo da parte dell’UNESCO. Non ultimo c’è da tener presente del fattore tempo: lavorare ad una candidatura richiede anni, non mesi. Eppure l’altra faccia della medaglia è sicuramente il percorso altamente formativo e sociale che tale iniziativa può regalare all’intera comunità isolana e alle sue componenti.