UNA STRADA A ISCHIA PER IL PICCOLO LEO, PARTE L’APPELLO

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di Gennaro Savio

Esattamente quattro mesi fa in un clima di profondo dolore e cordoglio, l’isola d’Ischia diede l’estremo saluto al piccolo Leo la cui storia ha commosso l’Italia intera in quanto il suo cuoricino smise di battere proprio nelle ore in cui l’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, annunciò che finalmente anche in Italia lo Zolgensma, il farmaco monodose dall’esorbitante costo di due milioni di euro, sarebbe stato gratuito per i bambini affetti da SMAS 1 sino a ventuno chili di peso e non sino ai sei mesi di età come previsto sino a pochi giorni prima. Una battaglia, quella portata avanti con coraggio, forza e determinazione da mamma Francesca e papà Francesco assieme ai genitori italiani che vivevano il loro stesso dramma e che Leo ha vinto per tutti i bimbi suoi coetanei e per quelli che verranno e che da ormai da mesi possono essere curati gratuitamente con il farmaco più costoso del mondo.  Una vita breve ma intensissima quella del LEOncino isolano i cui genitori, tra l’altro, a dimostrazione della loro straordinaria umanità ed altruismo diedero anche l’assenso alla donazione degli organi, con l’intento di donare la vita a bambini che diversamente l’avrebbero persa. Un gesto di straordinaria umanità, generosità, tenacia e dignità rari da trovare nell’odierna società in cui sono quasi del tutto scomparsi i valori della solidarietà e dell’altruismo e dove gli interessi economici vengono sempre più spesso anteposti anche al diritto alla salute, alla vita e a potersi curare persino ai bimbi come Leo. Proprio come avvenuto sino a qualche mese fa per quanto concerne il farmaco Zolgensma. Ed essendo che il nome di Leo rimarrà scolpito a caratteri cubitali nella vicenda legata alla battaglia affinché si estendesse la platea dei bimbi che potessero assumere gratuitamente questo medicinale, nel giorno dell’estremo saluto a Leo, chiedemmo  pubblicamente all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Enzo Ferrandino di intestargli da subito una strada, una piazza o un qualsiasi altro spazio centrale del paese dove una targa tramandasse alle future generazioni la sua breve ma straordinaria storia di vita. Una proposta, la nostra, che a leggere i commenti postati sui social dagli ischitani, trovò ampio consenso tra le popolazioni isolane ma evidentemente e purtroppo lo stesso effetto non lo ha avuto verso Ferrandino ed i suoi che dopo ben quattro mesi non hanno ancora avvertito il dovere morale, ancor prima che politico ed amministrativo, di ricordare Leo per sempre. E noi che quando avanziamo una proposta lo facciamo perché crediamo fortemente in quello che proponiamo, siamo qui a ricordarglielo e ad insistere ed insisteremo fino a quando finalmente sindaco, assessori e consiglieri comunali di Ischia, evidentemente troppo impegnati a “ragionare” sulla spartizione della torta del potere tra maggioranza ed ex minoranza, si degneranno di ricordare il piccolo Leo. Anzi, ad onore del vero, dobbiamo purtroppo ricordare che proprio l’amministrazione del comune di Leo e dei suoi genitori non fece assolutamente nulla in quelle settimane per stare accanto alla famiglia e per far si che per i bambini italiani venisse reso gratuito il farmaco più costoso del mondo e che l’unico sindaco isolano che si spese per la causa fu Francesco Del Deo, anche in qualità di presidente dell’Ancim.  Ovviamente la nostra proposta, come correttezza vuole, è stata avanzata dopo aver ricevuto l’assenso dei suoi straordinari genitori che a quanto ci risulta non sono stati contattati dagli amministratori comunali neppure nei giorni della tragedia. Potrei commentare ed esprimere disgusto e condanna per questo atteggiamento di totale indifferenza degli amministratori comunali verso una tragedia che al contrario ha commosso tutta Italia, ma preferisco non farlo, per una volta preferisco tacere tanto è il disappunto. Per quanto concerne il luogo da intestare per sempre al piccolo Leo, uno di questi potrebbe essere il parco giochi realizzato davanti al parcheggio ex Jolly con la collocazione di una roccia sul marciapiede che costeggia la centralissima via Alfredo De Luca e su cui posizionare una targa in cui raccontare la tragica favola del piccolo Eroe dei tempi nostri.