VILLA JOSEPH, L’AMMINISTRATORE: “MOLTEPLICI PRESSIONI CONTRO DI NOI”

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Nando Scarpa, amministratore di Villa Joseph, la struttura residenziale per anziani che da alcuni giorni sembra essere sotto la minaccia di chiusura, a seguito di controlli effettuati dai Carabinieri del Nas (Nucleo Anti Sofisticazioni) di Napoli, ha cercato di chiarire a Il Golfo gli aspetti della vicenda scaturita da controlli che avrebbero portato ad accertare alcune carenze e soprattutto l’assenza della prescritta autorizzazione al funzionamento che, secondo gli inquirenti, non sarebbe mai stata richiesta dalla società Villa Joseph srl a partire dal luglio 2013.

In realtà, secondo l’amministratore, alcuni anni fa nella richiesta di rinnovo dell’autorizzazione, essa mancava del certificato di agibilità, che tuttavia venne prodotto in seconda istanza all’ufficio d’Ambito da parte della struttura e da parte del Comune di Casamicciola. «Nel 2013 venne presentata l’istanza – spiega Scarpa – e nel 2014 il Comune preparò la documentazione in quanto noi avevamo ottenuto il Certificato di Prevenzione Incendi (Cpi) da parte dei Vigili del Fuoco. Sulla scorta del Cpi il Comune rilasciò il certificato definitivo di agibilità». A questo punto il meccanismo comincia a incepparsi: «Il Comune ha inoltrato all’Ambito tale certificato, e per noi la pratica in sostanza  era completata». Passa il tempo, non arriva nessuna comunicazione: «Noi ritenemmo che l’invio del certificato effettuato dal Comune all’Ambito sarebbe stato risolutivo». Invece, all’Ambito avevano “d’ufficio” archiviato la pratica. E qui Scarpa chiarisce: «Secondo la normativa vigente, per archiviare una pratica è necessario attivare un’apposita procedura d’archiviazione, che non è mai stata fatta».

Da ciò che è emerso dai verbali, nel 2015 l’Ambito rispose con una lettera al Comune di Casamicciola nella quale si dichiarava di non ritenere idonea l’approvazione del certificato inviato l’anno prima: quindi, andava rifatta nuovamente l’istruttoria della pratica per ottenere la famigerata autorizzazione. Il punto focale di tutta la faccenda, è che Villa Joseph viene tenuta completamente all’oscuro delle comunicazioni intercorse tra l’Ambito e il Comune. «L’amministrazione municipale – continua l’amministratore della struttura residenziale per gli anziani – avrebbe dovuto comunicare a noi le osservazioni dell’Ambito».  Di più: «Nel 2017 il Comune ha stipulato con noi una convenzione: dunque anche l’amministrazione comunale riteneva che noi avessimo diritto al rinnovo dell’autorizzazione, altrimenti come avrebbe potuto firmare l’accordo?». Probabilmente, dunque, anche all’ente del Capricho era “sfuggito” il non piccolo particolare, perché all’atto della firma della convenzione per ospitare alcuni terremotati, nessuno del Comune comunicò a Villa Joseph il parere negativo dell’Ambito. Tutto dunque ruota sulla mancata comunicazione da parte dell’Ambito alla struttura residenziale, che è la diretta interessata del procedimento: «Mi chiedo perché l’Ambito non abbia comunicato anche a noi il parere negativo. Tra l’altro i Nas hanno acquisito presso l’Ambito tutto l’incartamento, dal quale si evince che tale parere era stato inviato tramite Pec soltanto al Comune, e non a Villa Joseph, attore principale della vicenda. Se nel 2015 avessimo ricevuto la comunicazione, avremmo potuto prontamente esibire tutti i certificati, evitando le odierne complicazioni». «Noi siamo qui – continua Scarpa – per garantire la continuazione della storia quarantennale del Don Orione, a beneficio degli anziani, oltre che per preservare i posti di lavoro generati dalla struttura. È assurdo pensare che dopo 40 anni si scopre che il Don Orione non può più esercitare la sua missione. Fra l’altro nel 2012 abbiamo ricevuto la visita della Commissione d’Ambito che ci concesse l’autorizzazione, seppur provvisoria, all’esercizio delle funzioni». Provvisoria proprio perché mancava il certificato d’agibilità, poi regolarmente ottenuto. «

Scarpa ha chiesto trenta o sessanta giorni di tempo perché è certo di poter produrre tutta la documentazione idonea, ma non può fare a meno di porsi qualche interrogativo: «Ci sarà forse qualche volontà o pressione “esterna”, di tipo politico, amministrativo, in una parola di qualche lobby? Negli anni scorsi si è vociferato anche di una presunta vendita della struttura, ma il Don Orione non ha mai pensato a una cosa del genere: io per primo mi opporrei assolutamente a una tale eventualità. Fra l’altro esiste un vincolo di destinazione dell’immobile. Tutte le lobby che vorrebbero mandarci via, ignorano che esistono due contratti: uno di fitto e uno di gestione. Anche se dovessero ordinare di chiudere la struttura, noi rimarremmo come affittuari, e per molti anni. Abbiamo ricevuto diverse “visite” e controlli di vario genere, non solo da parte dei Nas, ma anche della Guardia di Finanza (due visite in pochi mesi) o dell’Ispettorato: la cosa mi insospettisce, e ne ho informato anche i miei superiori». L’amministratore di Villa Joseph è dunque determinato a resistere: «In attesa della comunicazione dei Nas, abbiamo già protocollato la richiesta di rinnovo dell’autorizzazione, completa dei vari certificati. Se dovessero chiederci altra documentazione, siamo pronti a fornirla immediatamente».