VILLA MERCEDE, LA PROCURA INDAGA SUI CINQUE DECESSI TRA I PAZIENTI

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Scatta l’indagine su quanto accaduto negli ultimi tempi a Villa Mercede, la residenza sanitaria per anziani sulla quale hanno acceso i “riflettori” i carabinieri della Compagnia di Ischia, guidati dal cap. Angelo Pio Mitrione, che hanno aperto un’inchiesta dapprima in autonomia e successivamente l’hanno proseguita su delega della Procura della Repubblica di Napoli che era stata prontamente messa al corrente. Tutto ha inizio subito dopo la morte dell’anziana signora degente della struttura serrarese, che come si ricorderà era stata ricoverata all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, dove nel frattempo a causa di una “falla” si era sviluppato un focolaio di Covid-19. Immediatamente, al termine del decesso della donna avvenuto presso l’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, i militari dell’Arma decisero di aprire un’indagine per far luce su una vicenda che presentava oggettivamente troppi lati oscuri. La signora viene dimessa dall’ospedale La Schiana e ritorna a Ischia ma non attraverso i canali ospedalieri: il trasferimento non poteva essere disposto perché Villa Mercede non è un ospedale.

L’anziana giunge a destinazione con un’ambulanza privata e da questo momento i carabinieri vogliono approfondire ulteriormente la vicenda. Gli interrogativi o i dubbi che attanagliano gli inquirenti sono diversi e ruotano in particolare attorno a un quesito: sono scattate tutte le adeguate misure suppletive? In quel momento, infatti, la nonnina non era da ritenersi più un’ospite abituale della rsa provenendo dall’esterno e dunque avrebbe dovuto essere sottoposta ad una serie di controlli prima di essere introdotta a Villa Mercede. Ma a dare una notevole “accelerata” al lavoro dei carabinieri è stato anche un altro particolare tutt’altro che trascurabile. Alcuni dipendenti della cooperativa in servizio nella residenza per anziani avrebbero trasmesso singoli esposti proprio alla Compagnia lamentando una serie di anomalie, partendo dai mezzi di protezioni non adeguatamente forniti ma anche di una serie di incongruenze occorse ad alcuni di loro dopo essere risultati positivi: da una parte veniva imposta la quarantena, dall’altra gli si diceva di andare a lavorare.